Lavorare nello smog: consigli per vivere molto meglio

Dopo ventisei anni che prestavo la mia opera lavorativa presso una nota azienda della mia città, causa la famigerata crisi economica, io stesso, come tutti gli altri miei colleghi (o per meglio dire “ex colleghi”), siamo stati avvisati della chiusura definitiva dell’azienda, e quindi, siamo tutti diventati dei disoccupati.

Non nascondo le mie insicurezze

Certo, non posso nascondere che la tristezza e la delusione è stata per tutti notevole, oltre al fatto gravoso che nel giro di pochi giorni, siamo rimasti senza un lavoro, tamponando le difficoltà economiche con quel sussidio statale che prende il nome di NASPI, cioè, un assegno mensile di disoccupazione.

A fronte di tale evento, non mi sono perso d’animo e, dopo circa dieci giorni, ho consegnato il mio C.V. presso gli uffici delle agenzie interinali che operano nella mia città.

In virtù di ciò, dopo venti giorni, sono stato contattato telefonicamente per essere invitato presso una di quelle agenzie per una proposta di lavoro.

La mattina seguente la telefonata, mi sono recato presso l’agenzia in questione, e proprio in quella sede mi è stata evidenziata la possibilità di poter intraprendere un rapporto di lavoro con una Società, operante nella mia città, che si occupa della verifica dello stato di usura e della manutenzione dei pali elettrici della pubblica amministrazione.

Il mio compito, nello specifico, sarebbe stato quello di verificare lo stato di usura di detti pali, previo un corso di affiancamento con un ingegnere specializzato in materia, con un contratto a tempo determinato dalla durata di tre mesi.

Ho iniziato a fare i conti con l’inquinamento!

Ho accettato la proposta e la settimana seguente, dopo aver assolto gli atti burocratici del caso, mi son ritrovato in una via cittadina, con una scheda dove erano evidenziati più di mille pali della della pubblica illuminazione.

Nei tre giorni antecedenti, grazie alla disponibilità e alla professionalità dell’ingegnere, avevo appreso la metodologia d’uso delle apparecchiature di verifica, e quindi inizia il mio lavoro. Non molto complesso, per nulla stancante, ben retribuito, insomma, mi potevo ritenere soddisfatto, anziché stare chiuso in una azienda per otto ore, questo nuovo lavoro mi permetteva di stare all’aria aperta.

Non avevo però fatto i conti proprio con l’aria, ovvero sia, avevo sottovalutato il fattore smog.

Presi coscienza di tale inconveniente solo dopo dieci giorni, quando la sera, dopo il lavoro, i miei occhi erano rossi e lacrimavano e le vie aere sempre più irritate.

Come prima espresso, non sono un individuo che si perde d’animo, cosi accesi il mio PC e inizia a cercare in internet una soluzione a tale problema.

Dopo circa un’ora avevo trovato la soluzione: acquistare le migliori maschere antismog!

In commercio esistono molti modelli, ma vi consiglio vivamente di acquistare e indossare mascherine dotate di valvole e carboni attivi, ovvero quelle specifiche maschere in cui è presente un filtro in grado di trattenere una elevata quantità di sostanze organiche volatili che sono presenti nell’atmosfera. Le apposite valvole invece, hanno la funzione di favorire la respirazione, soprattutto durante lo sforzo fisico dovuto alle pedalate.

Le mascherine che fanno al caso nostro

Chiaramente si dovranno acquistare mascherine certificate, che rispettino quindi i canoni e le caratteristiche tecniche che soddisfino gli standard di riferimento, al fine che riescano a filtrare in modo adeguato tutte le particelle che sono disperse nell’aria.

La normativa europea in merito, distingue tre specifiche classi di filtrazione, in relazione alla capacità di ciascun modello di mascherina di filtrare dette particelle, quali polveri, nebbie e vapori.

Decisamente, quella che si può ritenere la migliore contro le polveri sottili dell’inquinamento, è denominata con la sigla: FFP3 (Protezione Facciale Filtrante), in grado di trattenere il 98% delle particelle. Le FFP1 e le FFP2, offrono rispettivamente una azione filtrante rispettivamente del 78 e del 92 per cento. Sono mascherine che, in virtù delle caratteristiche tecniche, sono usate da coloro che hanno una breve esposizione all’inquinamento atmosferico.

Ricordiamo l’importanza della salute

Ricordiamoci sempre che, quando è in gioco la nostra salute, non possiamo permetterci di correre dei rischi acquistando mascherine che non rispettano le caratteristiche tecniche o farci ingannare dal basso costo di acquisto di talune mascherine che possono risultare assai economiche, ma che in realtà non proteggono a sufficienza.